Uomo politico, storico e letterato argentino. Oppositore del dittatore argentino
J.M. de Rosas, fu per questo costretto all'esilio, prima a Montevideo, dove
conobbe Garibaldi, poi in Bolivia, Perù e Cile. Rientrato in Argentina
nel 1852, prese parte alla vittoriosa insurrezione contro il dittatore. Eletto
deputato, fu capo dell'opposizione contro il sistema del nuovo presidente J.J.
de Urquiza. Quando, nel 1853, lo Stato di Buenos Aires si staccò dalla
Confederazione argentina, fu comandante supremo delle truppe separatiste.
Duramente sconfitto a Cepeda da Urquiza, nel 1859,
M. venne poco dopo
nominato governatore della provincia di Buenos Aires, che nel frattempo era
rientrata nella Confederazione. Scoppiato un nuovo conflitto fra Buenos Aires e
il Governo federale,
M. ottenne una vittoria decisiva a Pavón
(1861) e si accordò con Urquiza per riportare al potere il Partito
liberale. Eletto presidente della Repubblica (1862), durante il suo mandato
riportò la capitale a Buenos Aires, risaldò l'unità
nazionale e pose le basi per lo sviluppo economico del Paese.
M. ebbe il
comando delle forze armate argentine, alleate con Brasile e Uruguay, nella
guerra contro il Paraguay (1865-70). Succedutogli D.F. Sarmiento alla presidenza
(1868), si allontanò per qualche tempo dall'attività politica, per
poi ritornarvi, a partire dal 1874, guidando le file dell'opposizione liberale,
di cui fu più volte candidato alle elezioni presidenziali. Fondatore
dell'autorevole quotidiano "La Nación" (1870) e dell'Accademia nazionale
di storia, scrisse opere sulla storia dell'Argentina e tradusse in versi
spagnoli l'
Inferno di Dante (1893), le
Odi di Orazio e l'opera
Ruy Blas di V. Hugo (Buenos Aires 1821-1906).